CorpoAct

CorpoAct

‘prendere’ e ‘darsi’ corpo, voce…
per rivelarsi e manifestarsi originalmente,

nel rispetto della verità e della bellezza del donarsi e del donare, per donare e donarsi verità e bellezza…

CorpoAct

come parte di una continuativa, ampia progettualità di ricerca artistica, teatrale e performativa, nella versatilità e contaminazione di linguaggi, forme e contenuti…
come percorso di apprendimento e di sperimentazione personale del soggetto coinvolto, nell’ottica di una autorialità cosciente e memore di tradizione e contemporaneità…
come processo stesso di ricreazione -scoperta e cambiamento- delle possibilità dell’ ‘essere scenico’: ‘presenza/spettro‘ scenico profondamente organico e dinamico; organismo vitale capace di ‘mettersi’ e ‘stare’ in/sulla scena, nell’orizzonte della relazione, nella prospettiva del senso…
come indagine e sviluppo graduale delle potenzialità del performer nell’ ‘acting dramaturgico’, nella molteplici dimensioni attivate (psichiche, corporee, immaginative, emotive…), nelle costanti di contatto e di rapporto con il tempo, con lo spazio e con le entità con cui interagire…
come studio ed esplorazione che partono dal corpo ma non si limitano solo e semplicemente al piano fisico e materiale, chiave d’accesso al livello mentale ed animico dello ‘stare in azione’, dell’ ’allenarsi alla rel-azione’…
CorpoAct rinuncia a cliché pedagogici incentrati sulla ‘formazione/messa in forma’ di un modello di fisicità rigida e predefinita (standardizzata), al di fuori di ogni logica di imitazione o di adesione passiva a stereotipi di perfezione codificata.  Lavora al ritrovamento di una propria, libera ed autonoma ‘corporeità’.  Lavora al riconoscimento e all’attivazione dei principi che regolano il corpo fisico-energetico come flusso motorio ininterrotto, per espanderlo oltre i limiti della sua visibilità e potenziarlo nella sua risonanza/luminiscenza scenica.  Agisce semplici consapevolezze e fondamentali memorie fisiche con cui riconoscere il mondo nella sua mobilità per arrivare a includerlo.  Proietta il corpo ‘in’ e ‘verso’ una nuova ‘disponibilità’, una condizione di mobilità e di reattività incentrata su una costante ‘in-stabilità’, in nome di un bilanciamento continuo tra ‘equilibrio’ e ‘disequilibrio’, nella inesausta dialettica tra ‘gravità’ e ‘sospensione’. 
CorpoAct lavora a dilatare il corpo, come spazio privato ed interno costantemente modificabile, in connessione ad altri spazi -estranei ed esterni, concreti e/o astratti, costantemente mutevoli.  Agisce un corpo che sa farsi spazio al di là della sua visibilità, mentre l’invisibilità dello spazio si fa materia viva con cui lavorareLavora la parola come presenza fisica mobile che attraversa lo spazio, come sostanza invisibile che si fa segno spaziale, in cui risiede tutta la ricchezza e la potenzialità dell’essere.  Non teme di agire il corpo nella sua vulnerabilità per incontrare una fisicità che si fa strumento di conoscenza. Accetta l”abbandono’ e l”esposizione’, la vulnerabilità e la fragilità del concedersi e dell’affidarsi, come stato di inquietudine e di sospensione permanente, grazie a cui il corpo accede a possibilità multiple ed inedite di scelta, che apre il corpo all’evoluzione permanente di ogni fare, di ogni fluire, di ogni generare teatrale.

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