TEACHING AS A CREATIVE ACT
Devo a molti insegnamenti e a molte discipline il mio lavoro sul corpo e sul trasferimento dell’energia: da I. Bartenieff a F.M. Alexander, alla Release Technique e al Contact, passando attraverso l’Aikido e la bioenergetica.
Devo allo studio di R. Laban e M. Chekov gli inizi del mio lavoro sullo spazio, sulla gestualità e sulla qualità del movimento.
A V. Ronci Gaeta e al suo insegnamento della Tecnica di S.Adler devo la consapevolezza della semplicità e dell’efficacia nel riconoscere le azioni fisiche e verbali dell’attore e la nascita del mio linguaggio per lavorare sulla performance e sull’improvvisazione danzata.
Devo alla lettura di R. Steiner e di P. Rodengburg la conferma della necessità di dare assoluta fiducia al corpo e di radicare nel corpo e nel respiro ogni ricerca di senso.
Devo a S. Rose, mia insegnante in Modern Dance e in Dance Pedagogy, l’esperienza della classe come momento unico in cui l’insegnante non interrompe, ma interviene sostenendo il lavoro con “la voce che nutre”.
Devo in particolare a S. L. Foster la sensibilità ad attivare una profondità di sguardo nel lavoro fisico e coreutico e la conoscenza della centralità della visione drammaturgica nella costruzione coreografica e nel lavoro sui corpi, senza mai rinunciare alla consapevolezza storica e teorica che questo lavoro richiede.
Ad H.Gilpin devo la necessità drammaturgica di nutrire il lavoro e lo sguardo sui corpi con parole e pensieri che vanno oltre i corpi stessi e a M.VanKerkhoven la necessità di riflettere sul proprio tempo e la forza di una ricerca che accetta la vulnerabilità.
A tutte le persone che ho avuto nelle mie classi devo l’irrinunciabilità di pensare l’insegnamento come incontro di linguaggi, come dialogo su materiali in trasformazione e come incontro di universi in trasformazione -il mio e il loro.
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